Massimo Zanchi. Un approccio infantile che si nutre di imprevisti tecnici, incidenti e accidenti creativi, impronte e tracce fortuite abbandonate in libertà. La casualità diventa pretesto per tentare sentieri espressivi poco battuti, da inventare (o reinventare) attraverso la tecnica mista, il media più consono al linguaggio sperimentale. Le sovrapposizioni materiche, le trasparenze pittoriche spesso contaminate da incisivi interventi grafici danno vita a un immaginario dalla vivacità multiforme.Un segno che esplora, indaga curiosamente variazioni di superfici, tessuti e consistenze senza chiudersi mai in forme rigide e ripetitive. Immagini dal sintetismo più crudo e selvaggio raccontano il mondo (reale o immaginato che sia) in tutta la sua complessità.
