Mi chiamo Moreno Elia Hebling, nato a Venezia (Mestre) nel ’95 e skateo da troppo tempo per ricordami quanto.
Dopo lo skateboarding, la fotografia è stato per anni il mio grande amore. Nonostante entrando in accademia ero convinto che sarebbe stato il mio medium di riferimento, studiando ho scoperto che l’ibrido è la mia struttura preferita, approdando alle installazioni e infine alla scrittura. Ci sono cose però che le altre forme d’arte non riescono a catturare come la fotografia. Semplicemente non possono.
Quello che voglio riportare nei miei scatti è ciò che io chiamo “disordine visivo”, che sia il cozzare di elementi disparati nello spazio dello sguardo o la spontaneità irriverente delle azioni compiute dai soggetti. Imparando dallo skate l’importanza della spontaneità e dell’improvvisazione prediligo le macchine compatte, più maneggevoli e meno invadenti – ma anche più lo-fi, più immediate e per certi versi più grezze rispetto ad apparecchiature più complesse.
Le foto qui raccolte vogliono essere una documentazione di questo caos. Anche se i soggetti sono gente vicina a me, amici e compagni de Il Feudo, quello che vorrei è mostrare un mondo familiare ma sconosciuto, fatto di eccessi e amore, postumi e gioia, senza moralizzare.
Ciò che conta è essere presente, soprattutto di fronte alle persone a cui si vuole bene.
